Ogni decisione se è presa senza l’avvallo del Parlamento perde validità.
Cari amici, sebbene sia allergico alle petizioni, mi sento di lanciarne una: mettiamo il malaffare in Costituzione. In questo modo se non altro potremo evitare di mangiarci il fegato constatando come di fronte a un caso chiarissimo di umanità comprata a suon di milioni, di un prefetto con mille ombre d’arlecchino del potere e dei poteri che cominciano a saltar fuori, Il Quirinale e Palazzo Chigi ne difendano a spada tratta l’operato e ne blindino la poltrona di ministro.
Che i pessimi inquilini dei due palazzi siano abituati alle interferenze illecite o in via diretta o per educazione familiare non c’è dubbio, ma qui ci troviamo di fronte a un caso chiarissimo di conflitto d’interessi, sia con i Ligresti, sia successivamente con Telecom che non c’entrano nulla né con la presunta soccorrevole attenzione del donnone per la situazione delle carceri, ma con casi di vera e propria corruzione trasversale, per…
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